Divina Commedia: differenze tra le versioni

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== Argomento ==
[[File:Dante Domenico di Michelino Duomo Florence.jpg|upright=1.4|thumb|''[[Dante con la Divina Commedia|Dante e il suo poema]]'', [[affresco]] di [[Domenico di Michelino]] nella [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore]], [[Firenze]] (1465)]]
{{citazione|[[Nel mezzo del cammin di nostra vita]]<br>mi ritrovai per una selva oscura,<br>ché la diritta via era smarrita.<br><br>Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,<br>esta selva selvaggia e aspra e forte,<br>che nel pensier rinova la paura!<br><br>Tant'è amara che poco è più morte;<br>ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,<br>dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.<br><br>Io non so ben ridir com'i' v'intrai,<br>tant'era pien di sonno a quel punto<br>che la verace via abbandonai.<br><br>[[Dante Alighieri]], [[Inferno (Divina Commedia)|''Inferno'']], [[Inferno - Canto primo|I]], vv. 1-12}}
L'Inferno, la prima delle tre cantiche, si apre con un [[Inferno - Canto primo|Canto introduttivo]] (che serve da proemio all'intera opera), nel quale il poeta [[Dante Alighieri]] racconta in prima persona del suo smarrimento spirituale e dell’incontro con [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che lo condurrà poi ad intraprendere il viaggio ultraterreno raccontato magistralmente nelle tre cantiche. Dante si ritrae, infatti, "in una selva oscura", [[allegoria]] del [[peccato]], nella quale era giunto avendo smarrito la "retta via", la via della virtù, e giunto alla fine della valle (“valle” come “selva oscura” sono allegorie entrambe dell’abisso della perdizione morale ed intellettuale) scorge un colle illuminato dal sole "''vestito già dei raggi del pianeta/che mena dritto altrui per ogne calle"''.
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Evidente è la sua devozione per ''[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]'' ''(Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, / tu se' solo colui da cu'io tolsi / lo bello stilo che m'ha fatto onore, [[Inferno]] v. 85 canto I),'' anche se la ''Divina Commedia'' mette in gioco una complessa tradizione classica e cristiana esaltando la cultura del Nostro; volendo ricordare alcune fonti si può iniziare dal verso 32 dell'Inferno ''"Io non [[Enea]], io non Paulo sono"'' in cui sono presentati i due testi chiave sui quali si basa la sua opera: l{{'}}''[[Eneide]]'', (in particolare il canto VI) e la ''[[Seconda lettera ai Corinzi]]'' di [[san Paolo]], là dove racconta del suo rapimento estatico.
 
Numerosi altri testi agiscono sulla fantasia di Dante, dal Commentario di [[Ambrogio Teodosio Macrobio|Macrobio]] al ''[[Somnium Scipionis]]'' (su una parte del libro VI della ''Repubblica'' di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]), in cui viene narrata la visione delle sfere celesti e la dimora delle grandi anime, all{{'}}''[[Apocalisse di Giovanni]]'' di S. Giovanni, come la meno nota ''Apocalisse apocrifa'' di S. Paolo (condannata da [[sant'Agostino]], ma molto diffusa nel basso Medioevo), che contiene alcune descrizioni delle pene infernali e la prima generica definizione dell'esistenza del Purgatorio. Il tema della visione ebbe grande fortuna nel [[Medioevo]], e molti di questi racconti d'esperienze mistiche erano noti a Dante, come la ''[[La navigazione di san Brandano|Navigatio sancti Brendani]]'', la ''[[Visio Tnugdali]]'', il ''[[Purgatorio di sanSan Patrizio]]'', la ''[[Visio Thurkilli]]'' e ''i Dialoghi'' di [[Papa Gregorio I|san Gregorio Magno]]. Vanno pure menzionate le seguenti "visioni" medievali: la ''[[Visio Anselli|Visione di Ansello]]'' (secolo XII) e la ''Visione di Eynsham'' (secolo XII).
Bisogna ricordare altresì il viaggio oltremondano ([[catabasi]]) di ''Drythelm'' nella ''Storia ecclesiastica d'Inghilterra'' scritta da [[Beda il Venerabile]] nel secolo VIII. In essa l'anima del protagonista, guidata da uno spirito luminoso, visita i luoghi infernali dei dannati dove teme di essere presa dai diavoli ma viene salvata dallo spirito-guida e condotta ad ammirare i prati luminosi e profumati delle anime elette che cantano cori celestiali. Dopo questa esperienza oltremondana l'anima rientra nel corpo e il protagonista vive una vita santa per meritarsi la beatitudine celeste.<ref>{{Cita web|url=http://classicalchristianity.com/2011/10/29/the-incredible-vision-of-st-drythelm/|titolo=The Incredible Vision of St. Drythelm|accesso=2019-06-01}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.reginamundi.info/purgatorio/storiografia.asp|titolo=Il Purgatorio nel Magistero|accesso=2019-06-01}}</ref> Nella ''Leggenda del viaggio di tre santi monaci al [[Paradiso terrestre]]'' (X secolo) si racconta invece di tre monaci di enorme bontà che dal fiume di [[Città di David|Sion]] arrivano al Paradiso terrestre la cui porta è custodita da un [[cherubino]]. All'interno incontrano i profeti [[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]] ed [[Elia]]. Poi ripartono credendo di essere vissuti all'interno del Paradiso terrestre tre giorni mentre in realtà vi hanno trascorso tre anni.<ref>{{Cita web|url=https://www.iisvaldagno.it/esperienze-eventi/viaggiatori/viaggio_dei_tre_monaci_al_paradi.htm|titolo=Il viaggio dei tre monaci nel Paradiso Terrestre|accesso=2019-06-01|dataarchivio=22 maggio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230522173331/https://www.iisvaldagno.it/esperienze-eventi/viaggiatori/viaggio_dei_tre_monaci_al_paradi.htm|urlmorto=sì}}</ref>
 
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Molto spesso è Dante, presentando i vari autori nella sua opera, a lasciare una visione superficiale della sua biblioteca; ad esempio, nel cielo del Sole (canti X e XII) del [[Paradiso]] incontra due corone di spiriti sapienti, e tra questi mistici, teologi, canonisti e filosofi si trovano [[Ugo di San Vittore]], Graziano, [[Pietro Lombardo (teologo)|Pietro Lombardo]], [[Gioacchino da Fiore]] ecc.
 
Altre fonti più recenti e di più superficiale incidenza nella ''Commedia'' vanno considerati i rozzi poemetti di [[Giacomino da Verona]] ''(De Ierusalem coelesti'' e ''De Babilonia civitate infernali)'' il ''Libro delle tre scritture'' di [[Bonvesin de la Riva]], con la descrizione dei regni dell'Aldilà, e la ''Visione'' del monaco [[Abbazia di Montecassino|cassinese]] [[Alberico da Settefrati|Alberico]]. Da ricordare anche il poemetto allegorico-didascalico ''[[Detto del gatto lupesco|Detto del Gatto lupesco]]'' ([[XII secolo]]), viaggio allegorico di un cavaliere-eroe che deve superare tre ostacoli, simbolo del male, per raggiungere la beatitudine eterna.<ref>{{Cita web|url=http://www.emt.it/uroboro/bcu/lupesco.html|titolo=Detto del Gatto Lupesco - Biblioteca Classica Uroboro|accesso=2019-06-01}}</ref><ref>Un'ampia ed esaustiva trattazione delle [[catabasi]] e delle visioni oltremondane dall'antichità al Medioevo si trova in ''Dante e l'aldilà medievale'', scritto da Alison Morgan, Salerno editrice, Roma, 2023.</ref>
 
Sulla biblioteca classica di Dante ci si deve accontentare di deduzioni interne ai suoi testi, delle citazioni dirette e indirette che essi contengono; si può affermare che accanto al nome di Virgilio compaiono [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], [[Cecilio Stazio|Stazio]] e [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], cui seguono i nomi di [[Tito Livio]], [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], [[Sesto Giulio Frontino|Frontino]], [[Paolo Orosio]], che già erano presenti, con l'aggiunta di [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] e l'esclusione di Stazio, nella ''[[Vita Nuova]]'' (XXV, 9-10), così ci si accorge che questi erano i poeti più diffusi e più letti nelle ''scholae'' medievali lasciando aperta l'ipotesi di una loro frequentazione da parte di Dante.
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== Prime edizioni a stampa ==
[[File:Alighieri - Divina Commedia, Nel mille quatro cento septe et due nel quarto mese adi cinque et sei - 2384293 id00022000 Scan00006.jpg|thumb|Frontespizio dell{{'}}''editio princeps'' della ''Divina Commedia'' (11 aprile 1472)]]
L{{'}}''[[editio princeps]]'' della ''Divina Commedia''<ref>{{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} {{Cita libro|autore=Dante Alleghieri|titolo=La Comedia|url=https://it.wikisource.org/wiki/Indice:Alighieri_-_Comed%C3%ACa,_Foligno,_1472.djvu|editore=Iohannes Numeister|città=Foligno|anno=1472}}</ref> fu finita di stampare a [[Foligno]] l'11 aprile 1472 dal tedesco [[Johannes Numeister]] e dal «fulginato Evangelista mei» (come risulta dal [[colophon]]), che alcuni identificano con il [[Mecenatismo|mecenate]] folignate [[Emiliano degli Orfini|Emiliano Orfini]], altri con il tipografo [[Evangelista Angelini]].<ref>{{DBI|nome=Evangelista Angelini detto Evangelista da Foligno|nomeurl=angelini-evangelista-detto-evangelista-da-foligno|autore=Paola Tentori|volume=3|anno=1961}}</ref> Tuttavia, a breve distanza dall{{'}}''editio princeps'' di Foligno, sempre nello stesso anno, escono altre due edizioni della ''Divina Commedia'': a Jesi (o a Venezia, il luogo è dubbio) per le stampe di Federigo de' Conti da Verona; e infine a Mantova, dai tipografi tedeschi Georg e Paul Butzbach, curata dall'umanista Colombino Veronese.<ref>Le prime tre edizioni della Divina Commedia sono riunite (insieme a un'edizione napoletana curata da Francesco del Tuppo verso il 1478 circa) nel volume ''Le prime quattro edizioni della Divina Commedia'', per cura di G. J. Warren lord Vernon, Londra, T. & W. Boone 1858.</ref>
 
=== Le edizioni a stampa del Quattrocento (incunaboli) ===
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L'Inferno è stato oggetto di due [[Parodia|parodie]] disneyane.
* La prima, probabilmente la più fedele all'originale, è uscita in sei puntate su ''Topolino'' nº 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 dell'ottobre, novembre e dicembre 1949, gennaio, febbraio e marzo 1950. La storia, ad opera completa, di Guido Martina, si intitola ''[[L'inferno di Topolino]]''. È anche famosa poiché si tratta della prima storia della rivista interamente scritta e disegnata da un autore italiano.
* ''[[L'inferno di Paperino]]'', testo e disegni di [[Giulio Chierchini]] originariamente pubblicato su Topolino numero 1654 del 9 agosto 1987 è una libera trasposizione di parte dell'Inferno dantesco in cui l'autore nonché disegnatore traspone nei vari gironi figure di peccatori quali: burocrati, persone che hanno inquinato l'ambiente, automobilisti non rispettosi delle norme, piromani, disturbatori della quiete altrui ecc. Il protagonista è Paperino che impersona un ipotetico Dante Alighieri accompagnato nel suo percorso da Arkimedio Poeta, trasposizione di Virgilio. Parte del testo è scritto richiamando lo stile Dantesco delle [[Terza rima|terzine incatenate]] di [[endecasillabo|versi endecasillabi]], proposte in simil [[lingua volgare]] fiorentina. Pur essendo gran parte dei personaggi di pura fantasia, l'autore cita alcune figure chiave quali Caron Dimonio, le Erinni, e la figura di Lucifero che però viene rinominato Belzebù. Così come la frase ''lasciate ogni speranza o voi che entrate...'' diventa ''scordatevi del tempo o voi ch'entrate'' posta all'ingresso del girone dove scontano la pena coloro che hanno abusato di timbri e carte bollate a danno altrui. L'aspetto forse più curioso e interessante è che probabilmente si tratta di una delle pochissime storie a fumetti di casa Disney in cui si cita l'Aldilà e vengono rappresentati personaggi trapassati.
 
Il numero 153 di ''[[Martin Mystère]]'', intitolato appunto "Diavoli dell'inferno!", ruota attorno ai ''Fedeli d'amore'' che sarebbe stato un gruppo iniziatico al quale avrebbe preso parte lo stesso Dante. Nel racconto si descrive anche l'apertura della porta dell'Inferno attraverso un oggetto che raffigura [[Bafometto]] e che sfrutta alcune proprietà di [[meccanica quantistica]] ("emana un tipo di energia che permette di comunicare con l'orizzonte degli eventi del buco nero..."); inoltre si dice che ognuno vede l'Aldilà in modo differente (Dante aveva una spiccata fantasia in questo) e che il "primo passaggio" corrisponderebbe a una particolare frequenza (non citata nel racconto).
 
L'autore giapponese [[Gō Nagai]], per il suo capolavoro ''[[Devilman]]'', ha dichiarato più volte di essere stato ispirato dalla ''Divina Commedia'' di Dante. Non a caso, Go Nagai intitolò ''[[Mao Dante]]'' il manga che divenne poi il prototipo di Devilman. Inoltre, in Devilman vengono esplicitamente citati il Sommo Poeta e il suo immortale capolavoro. Go Nagai ha anche scritto una trasposizione fumettistica della stessa opera intitolata "[[La Divina Commedia (manga)|La Divina Commedia]]" in cui si ripercorrono tutte le vicende di danteDante dall'inferno al paradiso, l'opera è suddivisa in 3 volumi.
 
Infine [[Marcello Toninelli]], che iniziò la sua esperienza fumettistica con una sua versione di Dante, ha realizzato negli anni novanta una parodia della Commedia.
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo=Divina Commedia|url=https://it.wikisource.org/wiki/Indice:Alighieri_-_Comed%C3%ACa,_Foligno,_1472.djvu|editore=Johann Neumeister|città=Foligno|anno=1472}}
* [[Bruno Nardi]], ''Saggi e note di critica dantesca'', Milano, Ed. Dante Alighieri, 1930; Firenze, La Nuova Italia, 1967²
* [[Antonino Pagliaro]], ''[[Ulisse. Ricerche semantiche sulla Divina Commedia]]'', 1967, D'Anna, (due volumi)
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* [[Viaggio immaginario]]
* [[Lapidi della Divina Commedia di Siena]]
* [[Luoghi geografici della Divina Commedia]]
 
== Altri progetti ==