Società Italiana Servizi Aerei: differenze tra le versioni

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Nella relazione finale del 1934, in cui annunciavano la chiusura dell'azienda, il presidente Guido Cosulich e il direttore generale Antonio Maiorana tracciarono un breve consuntivo della SISA che, fino a quel momento, aveva totalizzato 12.093 viaggi in 28.710 ore di volo, percorrendo 4.032.286 [[Chilometro|km]], e trasportati 59.021 passeggeri, 84.952 [[Chilogrammo|kg]] di posta e giornali, oltre a 947.146 kg di merci varie, con una media di regolarità di linea pari al 99,42% e una media di regolarità d'orario del 96,88%.


Da quel momento la storia della SISA si fuse con quella della principale compagnia aerea italiana, fino al [[1940]], quando le diverse linee aeree italiane vennero militarizzate, venendo inquadrate nei [[Servizi Aerei Speciali]] (SAS).
Da quel momento la storia della SISA si fuse con quella della principale compagnia aerea italiana, fino al [[1940]], quando le diverse linee aeree italiane vennero militarizzate, venendo inquadrate nei [[Servizi Aerei Speciali]] (SAS).

Versione delle 18:40, 7 gen 2017

Società Italiana Servizi Aerei
Stato
Fondazione
Chiusura1934

La Società Italiana Servizi Aerei (S.I.S.A.) era una compagnia aerea italiana fondata nei primi anni venti. Attiva anche nella formazione dei piloti di idrovolante fu la prima azienda di trasporto aereo passeggeri ad essere fondata su territorio italiano e la prima ad effettuare voli regolari di linea.[1]

Storia

I fratelli Callisto, Fausto e Alberto Cosulich, proprietari della Fratelli Cosulich, importante impresa armatoriale di Monfalcone, già fondatrice e proprietaria del Cantiere Navale Triestino (oggi Fincantieri), nel 1921 acquistarono un vecchio biplano FBA Type H, dismesso dalla Regia Marina, allo scopo di trasportare la clientela di riguardo da Trieste ai loro alberghi di Portorose (oggi in Slovenia), evitandole un lungo viaggio in automobile.

Constatato quanto venissero apprezzate quelle brevi escursioni aeree, i fratelli Cosulich decisero di affiancare alle loro attività turistiche anche un'impresa di navigazione aerea. La "S.I.S.A." venne quindi fondata nel 1922 a Lussinpiccolo (oggi in Croazia), con lo scopo di gestire una scuola di volo per piloti di idrovolanti civili e militari, oltre che per effettuare voli turistici tra Venezia e Portorose.

Nel 1924 iniziano a svolgersi, con una certa regolarità, i voli di collegamento tra Venezia e Trieste che servono all'azienda per acquisire dati ed informazioni circa i costi ed i mezzi da utilizzare.

Il 1º aprile 1926 viene ufficialmente inaugurata la linea Trieste-Torino-Trieste con un volo dimostrativo di due coppie di idrovolanti, rispettivamente e contemporaneamente in partenza da Torino e Venezia, con i quali si promette il raggiungimento della destinazione in un solo giorno.[2]

Inaugurazione della linea Torino-Venezia nel 1926, l'aereo un CANT 10.

In verità, durante questo primo volo, gli inconvenienti tecnici non mancheranno e solamente uno dei quattro velivoli riuscirà a compiere l'impresa nel tempo stabilito. Nello stesso anno la linea diviene Trieste-Torino-Trieste, con scali intermedi a Venezia, Adria, Ostiglia, Casalmaggiore, Piacenza, Pavia e Casale Monferrato.

All'inizio dell'attività della SISA per il servizio venivano utilizzati quattro idrovolanti "CANT 10 ter" che avevano la possibilità di trasportare 5 passeggeri, oltre al pilota. Per l'attività di scuola venivano impiegati invece i CANT 7, ed il secondo prototipo del trimotore CANT 6. Un CANT 7 venne successivamente destinato a servizio di linea.

La cadenza del collegamento era trisettimanale, con scali "a richiesta" nei principali porti fluviali del Po che, sostanzialmente, costituiva il tragitto obbligato. Il prezzo fissato era di 350 lire, e nonostante il costo elevato l'aviolinea ottenne un notevole successo.

Il 15 ottobre dello stesso anno vennero attivato anche le tratte tra le città di Trieste, Pola, Zara e Ancona.

Con il consolidamento e l'espansione delle attività della SISA iniziò anche il rinnovamento del parco velivoli. I CANT 7 per l'addestramento vennero sostituiti dai CANT 18, mentre a partire dal 1928, dopo un impiego a scopo di test sulla tratta Brindisi-Valona, il trimotore CANT 22 iniziò man mano a prendere il posto dei CANT 10.

All'inizio degli anni trenta iniziò la fase di concentrazione delle compagnie aeree italiane, ed anche la SISA rimase coinvolta in questo processo, venendo assorbita dalla statale Società Aerea Mediterranea, che nel 1931 aveva già acquisito la Società Anonima Transadriatica. La riorganizzazione della SAM portò, il 28 agosto 1934 alla formazione dell'Ala Littoria.

Nella relazione finale del 1934, in cui annunciavano la chiusura dell'azienda, il presidente Guido Cosulich e il direttore generale Antonio Maiorana tracciarono un breve consuntivo della SISA che, fino a quel momento, aveva totalizzato 12.093 viaggi in 28.710 ore di volo, percorrendo 4.032.286 km, e trasportati 59.021 passeggeri, 84.952 kg di posta e giornali, oltre a 947.146 kg di merci varie, con una media di regolarità di linea pari al 99,42% e una media di regolarità d'orario del 96,88%.

Da quel momento la storia della SISA si fuse con quella della principale compagnia aerea italiana, fino al 1940, quando le diverse linee aeree italiane vennero militarizzate, venendo inquadrate nei Servizi Aerei Speciali (SAS).

I servizi aerei commerciali ripresero le attività nel 1946. Oltre alle nuove linee aeree, come Alitalia e LAI che si affacciavano sul mercato, ripresero le attività alcune delle compagnie storiche, compresa la SISA. La nuova SISA proseguì i suoi servizi, fino al 1949; anno in cui venne assorbita dalla Avio Linee Italiane, formando la ALI Flotte Riunite.

Note

  1. ^ Ferrari 2004, p. 73.
  2. ^ Giorgio Rocchi, 1926: Decollano le prime Linee Aeree Italiane, su Associazione Filatelico-Numismatica La Lanterna - Genova, http://www.lanternafil.it/, 6 gennaio 2008. URL consultato il 29 aprile 2012.

Bibliografia

  • Carlo D'Agostino, Rino Romano, L'aeronautica a Monfalcone (PDF), in Bisiacaria , 2009, 10-13. URL consultato il 29 aprile 2012.
  • Paolo Ferrari, L'aeronautica italiana: una storia del Novecento, Milano, FrancoAngeli, 2004, ISBN 88-464-5109-0.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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