Flauti

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Flauti (disambigua) o Flauto (disambigua).
Differenti tipologie di flauti, tra cui un flauto traverso (il primo dall'alto), un flauto dolce (il penultimo) e un ottavino (ultimo in basso)

I flauti, detti anche aerofoni labiali o aerofoni a imboccatura naturale, sono una famiglia di strumenti musicali appartenenti al gruppo dei legni.

A differenza di strumenti aerofoni simili come l'oboe o il clarinetto, i flauti non utilizzano un'ancia, ma un labium, ovvero un "fischietto", oppure un semplice foro su cui si soffia trasversalmente.

L'attribuzione dei flauti alla famiglia dei legni deriva dal fatto che, fino al XIX secolo, la materia più utilizzata per la loro costruzione era appunto il legno. Oggi i flauti traversi sono normalmente costruiti in metallo, mentre in legno vengono tuttora prodotti i flauti dritti; ci sono poi flauti, specialmente globulari, costruiti in altri materiali, per esempio le ocarine in terracotta.

Origini e caratteristiche

Il flauto di Divje Babe

Il flauto è probabilmente lo strumento musicale più antico insieme alla cetra come descritto nella Bibbia in Genesi 4:21 il cui inventore fu Iubal discendente di Caino[senza fonte]

Tipi di flauto

All'interno dei flauti, si possono distinguere tre principali categorie: i flauti dritti, i flauti traversi e i flauti con imboccatura a un'estremità.

Flauti dritti

Lo stesso argomento in dettaglio: Flauti dritti.

Tra i vari flauti, i "flauti dritti" (codice HS 421.2), detti anche "flauti a becco" dato che alcuni hanno un'imboccatura a forma di becco di uccello, oppure "flauti dolci", sono i più comuni; sono flauti diritti e a cavità aperta in cui si varia la lunghezza della colonna d'aria risuonante mediante l'apertura e la chiusura dei fori. Tuttavia, poiché in questa categoria possono essere inseriti anche tipi di flauto che non hanno necessariamente un'imboccatura "a becco" né un suono delicato e "dolce", una definizione alternativa potrebbe essere "flauto a blocco" (dal tedesco Blockflöte), o eventualmente "flauto ad anima" (in tedesco Kern(spalt)flöte), ma entrambe le espressioni non sono utilizzate normalmente in italiano.[1]

Esempi sono: flauto dolce, flagioletto, tin whistle (o pennywhistle), fischietto, friscaletto. Rientrano nei flauti dritti anche l'ocarina e il corno di camoscio (o gemshorn), in quanto flauti globulari provvisti di fessura.

Flauti traversi

I "flauti traversi" (codice HS 421.12) sono invece caratterizzati dalla mancanza di un labium e dal fatto di essere tenuti "di traverso" rispetto all'esecutore, in genere alla sua destra. Tipicamente, i flauti traversi adottano chiavi per la chiusura dei fori di intonazione, a differenza degli altri tipi in cui i fori vengono normalmente chiusi direttamente tramite il polpastrello delle dita.

Esempi sono: ottavino, flauto soprano, flauto traverso, flauto d'amore, flauto contralto, flauto basso, flauto contrabbasso, flauto subcontrabbasso, flauto iperbasso, fiffaro, dizi, Irish flute.

Flauti con imboccatura a un'estremità

I "flauti con imboccatura a un'estremità" (codice HS 421.11) mancano anch'essi del labium: l'esecutore soffia direttamente l'aria contro il bordo affilato all'estremità superiore aperta del flauto.

Esempi sono: pifilca, flauto di Pan.

Utilizzo storico

Inusuale l'utilizzo che ne fecero gli Spartani. Infatti, nell'esercito spartano il ritmo degli opliti era dettato dal suono del flauto, ritenuto più adatto di altri, a mantenere l'ordine e la concentrazione dei soldati in battaglia.[2] Peraltro, lo stesso uso in battaglia ne facevano i Lidi.[3]

È attestata la presenza di flautisti nell'antica Roma che presenziavano durante i sacrifici agli dei.[4]

Gaio Sempronio Gracco, fratello minore del più noto Tiberio, durante le proprie orazioni pubbliche, si faceva coadiuvare da un suonatore di flauto, cui accordare la propria voce a seconda del tono che doveva assumere l'orazione.[5]

Note

  1. ^ Flagioletto francese, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell'Emilia-Romagna. URL consultato il 10 settembre 2009.
  2. ^ Aulo Gellio, Noctes Atticae, I, 11, 1-4
  3. ^ Aulo Gellio, Noctes Atticae, I, 11, 7
  4. ^ Aulo Gellio, Noctes Atticae, I, 12, 8
  5. ^ Aulo Gellio, Noctes Atticae, I, 11, 10-16

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Collegamenti esterni

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