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Le nostre flash review dalle passerelle della Milano Fashion Week Primavera Estate 2025, giorno 2

Racconti brevi della moda che verrà, in una selezione digitale a portata di scroll down. Da noi a voi e in tempo (quasi) reale

Di Alessandra Zauli
preview for Antonio Marras Spring Summer 24

Pillole di moda in aggiornamento day by day, per tenere traccia di stili, tendenze e suggestioni che andranno a plasmarsi all’ombra della Madonnina. Dopo New York e Londra, è infatti il turno di Milano che schedula giganti, nuove leve e miti del Made in Italy rivisti e corretti per l’oggi. La fashion race (da capogiro) proseguirà fino al 23 settembre e si segue live qui; attraverso le nostre flash review dedicate al meglio delle collezioni Donna Primavera Estate 2025. Da Antonio Marras a N° 21, a voi un best of direttamente dalle passerelle della Milano Fashion Week, giorno 2.

Qui, il meglio dalle passerelle della Milano Fashion Week, giorno 1

Antonio Marras Primavera Estate 2025

il meglio dalle passerelle della milano fashion week primavera estate 2025, giorno 2
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Dieci del mattino, ma da Antonio Marras l’atmosfera è notturna, intima; rischiarata solamente dalle luci soffuse di uno swing club che suona musica dal vivo, tra i volteggi delle ballerine in tutù e ginniche, e qualche scazzottata tra baldi giovani. Potere della moda, che in un insospettabilmente freddo settembre ti catapulta in epoche vintage di uno fantomatico Dancing El Fuego, “il più hot della riviera”, dove lui sfoggia impomatati capelli à la Tony Curtis e lei ciuffi rockabilly e eye-liner grafico da pin up ultra-chic. È il new look di un bravissimo Antonio Marras che rivede e corregge gli anni Cinquanta muovendosi sull’immaginifica traiettoria Alghero-Hollywood, percorsa a grandi passi indossando un guardaroba immenso (85 uscite, tra lei e lui) che emana artigianalità alla sola vista. Il dress code è per una lady che sa il fatto il suo, come Anna Maria Pierangeli, diva cagliaritana che amò James Dean e che è oggi musa di collezione dello stilista sardo e del suo défilé preziosissimo. Ci sono ricami e intarsi, maculati e ramage, check e frange ad animare silhouette d’antan e incredibilmente moderne. Un abito top bustier con corolla vaporosa, un soprabito cocoon alla Balenciaga maniera, un bomber fluorescente sulla gonna croccante. La pelle, materia d’elezione per deliziosi set giacca e shorts, gioca a fare il denim e il jeans, stoffa per blouson e bermuda, sagoma la figura di texture predaci e sbarazzine. Scenografici; tanto rétro quanto contemporanei, i look dove l’esuberante paglia flirta con giacche dal taglio impeccabile, o quelli che schedulano tailleur dalla gonna a ruota, doppiati di tulle nero vedo-non-vedo. È la fuga in un club bepop anni Cinquanta, di un banalissimo mercoledì mattina. È la prova che, armata di creativi preziosi, la moda sa essere una cosa meravigliosa.

Antonio Marras Primavera Estate 2025

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Antonio Marras Primavera Estate 2025

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MARCO BERTORELLO//Getty Images

Boss Primavera Estate 2025

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Vittorio Zunino Celotto//Getty Images

Rilassati in un sogno verde, come lo smalltown boy di Bronski Beat che suona in sottofondo reiterando l’inconfondibile run away, turn away, run away. Certo, lui fuggiva da pregiudizi e ostilità della provincia, eppure anche da Boss l’invito è quello; a lasciarsi alle spalle la routine, ad impacchettare armi e bagagli e uscire dall’ufficio, vestiti di un business casual tinto in palette perlopiù neutra, di una moda rilassata che indugia su stratificazioni raffinate. Un trench verde salvia a pioggia su uno smoking fluido, un blazer garbatamente over da stratificare alla camicia e incrociare sul punto vita, un lungo cardigan da chiudere sulla blusa con coulisse, o una gonna in pelle avvitata su ritrovati leggings. La silhouette costruita dal direttore creativo Marco Falcioni è morbida; sartoriale ma disimpegnata e si avvale di layering di gilet, di camicie rubate a lui da indossare su pinocchietti in suede per un look che, con cerchietto e occhiali scuri, sembra citare quella Carolyn Bessette perpetua icona della moda sottrattiva. Come a dire, business sì, ma dal gusto essenzialmente décontracté.

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Boss Primavera Estate 2025

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Vittorio Zunino Celotto//Getty Images

Boss Primavera Estate 2025

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Del Core Primavera Estate 2025

il meglio dalle passerelle della milano fashion week primavera estate 2025, giorno 2
Jacopo Raule//Getty Images

In un secondo round di passerelle milanesi che ci sta regalando presenze vip in pedana, da Del Core sigla il défilé una Naomi Campbell perfettamente conservata che non importa quante volte a stagione continui a camminare, poiché quel brividino lì, nostalgico, lo regala imperterrita ad ogni falcata. Eppure, nonostante il mirabile cameo, l’occhio indugia sul prêt-à-porter clinico di Daniel Del Core, designer italo-tedesco formatosi alla corte del Gucci di Alessandro Michele – più precisamente, nell’atelier della maison votato a vestire le celebrità – che abbandona (quasi) definitivamente le divagazioni couture, settandosi su una moda indossabile (e desiderabile). Quelle di Del Core sono scienziate chic che si muovono in laboratorio vestendo impalpabili camici bianchi e bermuda vedo-non-vedo, salendo in cattedra con spolverini traslucidi che, come tutte le uniformi, nascondono un côté peccaminoso dietro l’apparente austerità. Impossibile, resistere al richiamo seducente di quegli strati di veli che fluttuano sui capi, tanto più che anche quando il tessuto si irrobustisce, compaiono tailleur in pelle da educanda pronta ad impartire lezioni su quel Frankenstein che tiene sotto braccio. E sul finale, arrivano eterei plissé e guanti da opera seconda pelle a ricordare quelli in lattice da laboratorio, ma la nostra passione (clinica) la rubano le ballerine turchesi che sono trasposizione glamour e col tacco dei classici calzari monouso da clean room. Cervellone sempre, malvestite mai.

Del Core Primavera Estate 2025

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Filippo Fior
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Del Core Primavera Estate 2025

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Filippo Fior

Onitsuka Tiger Primavera Estate 2025

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Daniele Oberrauch

Sotto al porticato tardo barocco della Rotonda della Besana sfilano gli Urban Beats di Onitsuka Tiger. Coerentemente al nome del défilé, le modelle camminano ritmate da battiti cardiaci che, in un mondo dominato da conversazioni liquide a togliere ogni poesia, sono bassi emozionali che si ascoltano con piacere. È con sottofondo di queste note che il direttore creativo della griffe Andrea Pompilio tratteggia la giovinezza, quel momento della crescita in cui forza e vulnerabilità convivono, mentre contrasti e desideri sono le due facce della stessa, inquieta medaglia che porterà alla realizzazione del sé. Forse è per questo che il guardaroba è duale, accattivante ma indecifrabile, a muoversi tra stili e generi che mirano a catturare e tradurre le complessità dell’età adulta, “trasformando i tropi della moda quotidiana in segni di evoluzione e di appartenenza”, come si legge nella nota stampa dell’etichetta giapponese. Ecco allora comparire maxi cardigan tricot aperti su seducente lingerie, ariosi abiti midi profilati di perline, gonne dagli inserti in pizzo, ma anche gilet over o fitti di paillettes, smoking e tenute cargo a non tradire il DNA del brand. Una serie di capi nude che abbracciano il corpo esaltandolo – tra top, gonne e abiti drappeggiati a mo’ di seconda pelle attorno alla figura –, sono invece frutto della collaborazione con il marchio di skinwear Wolford per una capsule collection a celebrazione dei 75 anni di Onitsuka Tiger. “Ogni pezzo racconta una storia di sviluppo, emozione e crudezza che derivano dall'abbracciare nuovi orizzonti”. Nuovi orizzonti, da raggiungere con mocassini dalla suola chunky, in un viaggio emozionale ma concreto.

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Onitsuka Tiger Primavera Estate 2025

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Daniele Oberrauch

Onitsuka Tiger Primavera Estate 2025

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Daniele Oberrauch
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N° 21 Primavera Estate 2025

il meglio dalle passerelle della milano fashion week primavera estate 2025, giorno 2
Estrop//Getty Images

Che Lolita la ragazza di N°21 che si traveste da lady borghese, coi doppi giri di perle, le giacchette avvitate e le gonne al ginocchio, ma poi cambia registro e indossa blouson in pelle dal colletto selvaggio e (quasi) niente sotto, camicette zuccherine tutte ruches e zero peso, o abitini a palloncino da reginetta del ballo e coiffure anni Cinquanta leggermente scomposta. Continua il racconto anarchicamente bon ton di Alessandro Dell’Acqua che delinea una gioventù ribelle che insorge ai dettami di un vestire piatto a colpi di una fantasiosa creatività. Non a caso, sul moodboard di collezione compaiono le immagini con cui il fotografo svizzero Karlheinz Weinberger documentò la gioventù ribelle degli anni Cinquanta e Sessanta. Era tempo dei mod, giovani ebrei della classe operaia nati a nord di Londra che, come scrisse Matteo Guarnaccia nel suo Ribelli ma con stile, formavano “una delle subculture più eleganti della storia e una delle poche a cui pensare senza imbarazzo”. E difatti Alessandro Dell’Acqua di fastidi non ne ha nel riproporre quei parka, quelle stoffe optical e quegli occhi pieni di mascara che contraddistinguevano le modette e tratteggiano oggi la lady impenitente di N°21. Dai mod, che avevano una passione sfrenata per il linguaggio sartoriale italiano oltre a quello per le magliette Lacoste, ruba, aggiornandole, le polo a righe da accostare a longuette scintillanti, i tailleur laminati o le sciarpe da tifoso sportivo lasciate a penzoloni su abitini incrostati di cristalli. Una sana resistenza che offre una via di scampo a insensati demure. E che bellezza!

N° 21 Primavera Estate 2025

il meglio dalle passerelle della milano fashion week primavera estate 2025, giorno 2
Estrop//Getty Images
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N° 21 Primavera Estate 2025

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Estrop//Getty Images

Jil Sander Primavera Estate 2025

jil sander milan fashion week rtw spring 2025 runway
WWD//Getty Images

Lucie e Luke Maier da Jil Sander mostrano il dialogo di una coppia, polaroid di un viaggio comprese, con l'ineccepibile rigore sartoriale che dal 2017 sancisce il loro passo nella maison, in una sfilata Primavera Estate co-ed (ovvero linea femminile e maschile in uno stesso show, sempre meno eccezione che dovrebbe diventare quanto prima prassi per le sfilate) che nel dialogo di coppia trova la soluzione. Di ciò che la signora Jil Sander fece non vi è più nulla: ma la pelle è cambiata nel tempo con una scelta di linea retta e costante, coerente e molto lucida. C’è snobismo, realtà di materia e arte dello stratificare i corpi sotto vesti monacali e ampollose, un concetto di cartellino importante e lusso dato da spalline increspate di paillettes, abiti arroccati su pieghe e volumi a sacchetto, orecchini scintillanti e completi camicia e longuette che tratteggiano i tramonti.

(Manuela Ravasio)

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Jil Sander Primavera Estate 2025

jil sander milan fashion week rtw spring 2025 runway
WWD//Getty Images

Jil Sander Primavera Estate 2025

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WWD//Getty Images