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Loin d'eux

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Lorsque Luc est parti, ses parents, Jean et Marthe, ont pensé que c'était mieux pour eux trois. Gilbert et Geneviève, son oncle et sa tante, eux aussi ils y ont cru. Mais pas Céline, sa cousine. Elle, c'est la seule qui n'a pas été surprise, la seule à avoir craint que ce qui en Luc les menaçait finisse par s'abattre sur eux.

128 pages, Paperback

First published January 1, 1999

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About the author

Laurent Mauvignier

32 books87 followers
Laurent Mauvignier was born in Tours (France) in 1967. He graduated from the Beaux-Art (plastic arts) in 1991.

He has published several novels with the Editions de Minuit and his books have been translated in several countries, among them In the Crowd by Faber and Faber (2008). His novels try to map out reality while confronting what cannot be voiced and the limits of what can be said.

His words attempt to articulate absence and sorrow, love and lack; their endeavour is to hold back what sifts through the fingers and through the years.

Source: http://www.laurent-mauvignier.net/en/...

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Displaying 1 - 9 of 9 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,329 reviews2,259 followers
June 19, 2023
UN MONDO CHE STAREBBE IN PIEDI SE NOI CI PIEGASSIMO

description
La mitica sequenza iniziale di “Sunset Boulevard”, film altrettanto mitico: Joe è morto, il suo corpo galleggia in piscina, ma è proprio la sua voce quella che stiamo ascoltando. Il capolavoro di Billy Wilder è del 1950.

Una delle voci narranti di questo breve romanzo, esordio letterario di Laurent Mauvignier pubblicato nel 1999, ha antenati illustri: mi viene subito in mente Joe Gillis - William Holden che galleggia morto nella piscina e intanto inizia a raccontare lo splendido Sunset Boulevard – difficile dimenticare anche Lester Burnham - Kevin Spacey di American Beauty, solo per restare tra i premi Oscar – e poi la più giovane di tutti, che aveva solo quattordici anni, la mitica Susie Salmon, proprio come il pesce, che è già morta all’inizio di Lovely Bones.

description
Ed ecco Lester Burnham-Kevin Spacey di “American Beauty”. Il film di Sam Mendes (1999) portò a casa 5 Oscar: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura originale, miglior fotografia. Restò a bocca asciutta Annette Bening, che regalò una performance da urlo.

Però questo romanzo, a differenza dei titoli appena citati, è un incessante cambio di narratore, è una polifonia: a parlare non è soltanto Luc, da morto, o da vivo - lo fanno anche i suoi genitori, lei casalinga e lui operaio, anche lo zio fratello del padre, operaio nella stessa fabbrica, e sua moglie, la zia. E per finire anche la cugina, Céline, l’unica coetanea, l’altra voce giovane: è lei che conclude. E non poteva essere altrimenti perché è l’unica che riusciva in qualche modo a comunicare con Luc.

Se nel loro intimo i personaggi di Mauvignier sono estremamente loquaci, nella realtà tra loro non parlano, non comunicano davvero: il dialogo è pressoché inesistente, limitato allo scambio di poche frasi stereotipate, la cui funzione è quella di dare a sé come agli altri l’illusione di essere vivi.
…conversazioni con cui, come col vino, ci si può tranquillamente allontanare dagli altri senza mai abbandonarli. Meglio così, con tutto il silenzio che c’è da coprire.

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Susie Salmon-Saoirse Ronan nel film di Peter Jackson del 2009, certo non all’altezza dei due citati sopra. Il libro di Alice Sebold è il più grande successo di vendite per un romanzo scritto da una donna dopo ‘Via col vento’.

Come muore Luc non è detto.
Ma sappiamo che si tratta di suicidio, l’unica risposta che il ventenne può dare a un’esistenza chiusa e cieca in cui si è smarrito.
La cugina Céline, probabilmente in quanto più o meno coetanea, è l’unica che capisce perché lo ha fatto, perché Luc ha scelto di andare lontano da loro. Per gli adulti, i genitori e gli zii, invece, rimane un enigma tormentoso e tormentante, un senso di colpa lancinante, un rimorso perpetuo, che trasforma l’esistenza, e lascia senza risposte.
In un certo senso, anche in questo caso, si tratta di un imparare a finire, proprio come nell’altro romanzo di Mauvignier La camera bianca.

Mauvignier è bravissimo ad alternare le voci e a offrire al lettore versioni diverse, un patchwork le cui cuciture possono essere volutamente visibili (io, Gilbert,… - Marthe mi ha detto: Geneviève… - io e Céline… - E io, Jean…), ma anche no, costringendo il lettore a penetrare a tentoni nel discorso alla ricerca di un indizio che gli permetta di identificare il personaggio narrante.

description
Nella chiesa di San Giorgio (sec XIV), a Lukova, nella Repubblica Ceca, l’istallazione di Jacub Hadrava, studente di scultura presso l’Università della Boemia occidentale.

E Mauvignier è bravissimo a farci percepire che quello che i suoi personaggi dicono ha la stessa importanza di come lo dicono. Le loro voci interiori solo raramente entrano in dialogo, non possono farlo perché non ne sono capaci, come dimostra il magistrale momento in cui Luc si sforza di confidare il suo malessere al padre:
Io ho detto di sì, che capivo. Ma lui lo ha visto che non capivo, che non capivo niente e che lo dicevo solo per non offenderlo, solo per non dargli sempre l’impressione di non capire niente e di non voler sentire niente di quello che voleva dire. Ma lui lo ha visto che facevo finta.

Mauvignier è un esploratore di cuori e anime, un fine descrittore della sfera intima. A tal fine, qui come altrove adotta il monologo interiore, con una scelta appropriata del lessico, per esprimere la voce di gente umile, modesta e per dare nome e spessore all’esperienza della parola impedita, impossibile.

description

…il silenzio non è quando non c’è rumore, o quando non si sente niente o quando da soli ci si riposa. È qualcosa che ti cade addosso.
Ho l’impressione che Mauvignier, come ci riescono forse solo i francesi, in certi libri, e certi film, sappia dare voce al silenzio, sappia creare le parole del silenzio.
Il silenzio è importante in queste poche pagine: perché il suicidio è un gesto per creare il silenzio, per raggiungerlo, per mettere a tacere quel male che consuma dentro.
Perché, se è vero che la campana suona per tutti, anche per noi, è pure vero che qualcuno di noi è davvero un’isola, non riesce a essere, a sentirsi un pezzo del continente, una parte della tutto, come recita la bella poesia di John Donne, e pur senza sentirsi intero in se stesso, non riesce a partecipare all’umanità.

description

Il silenzio è l’ultima cosa che appartiene a Luc, la sua vita era troppo grande o troppo piccola per il suo corpo, non della giusta dimensione, spingeva, andava nella direzione contraria. Avrebbe dovuto piegarsi per reggere in piedi il mondo, avrebbe dovuto sottomettersi alle leggi del mondo del lavoro e al rispetto dei rituali sociali. Non c’è riuscito, e si è ripiegato sempre più su se stesso, fino a…

E quando se ne è andato, mi chiedo, se si è portato dietro quella storia che aveva dentro e non ha mai voluto dire.
Quella resistenza alla vita così com’è.
E mi chiedo se ha portato con sé i suoi sogni.

…non si può accettare che i momenti felici finiscano così. Subito allora ci siamo accaniti su di loro, i ricordi.

Si credono tante di quelle cose. Mai avrei creduto che sarebbe andata a finire così, la vita.

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Profile Image for Frabe.
1,127 reviews49 followers
August 23, 2017
“Non come un gioiello, ma anche un segreto è qualcosa che si porta.”
A questo incipit fanno seguito ottantatré paginette che girano intorno a quel segreto e al suo tenutario: un romanzo brevissimo, e bellissimo, sul cui contenuto preferisco glissare - il segreto rischierebbe grosso... Mi soffermo invece un attimo sul mio approccio al libro. Conoscevo Laurent Mauvignier (chiaramente francese, classe 1967) per una precedente buona lettura: “Degli uomini” (originale del 2009, in Italia per Feltrinelli nel 2010). Questo “Lontano da loro”, il suo romanzo d'esordio del 1999, è uscito da noi nel 2009, pubblicato da Zandonai, una piccola casa editrice di Rovereto (TN) recentemente fallita: ebbene, un paio di mesi fa si poteva andare in un magazzino periferico della cittadina, rovistare negli scatoloni, girare tra i molti libri già sparsi per terra e acquistare, volendo, a prezzi stracciati. Tutto molto triste, ma con un risvolto personale decisamente positivo: salvato dal macero, pagato un euro, “Lontano da loro” è il migliore tra i romanzi da me letti nell'ultimo anno.
Profile Image for Rivière Cécile.
174 reviews19 followers
June 20, 2017
Premier roman de l'auteur qui m'avait énormément plu avec "Apprendre à finir". Ici aussi, des monologues intérieurs et du silence, du non-dit et une souffrance dite avec des mots simples mais si justes, pourrais-je me lasser de Laurent Mauvignier un jour? Je n'espère pas !
Tant que j'y étais j'en ai fait une chronique sur mon blog en dérivant quelque peu sur les éditions de Minuit : https://akathegirlwhoreads.wordpress....
Profile Image for Andrea.
134 reviews34 followers
May 25, 2022
Una polifonia a 6 voci (due fratelli, le loro mogli e i rispettivi figlio e figlia) secondo un flusso ininterrotto di pensieri scatenati dal suicidio del figlio, sviluppati dall'autore con una grande destrezza di scrittura e una fluidità che prosegue di voce in voce, mantenendo grande compattezza pur nella diversità degli sguardi analizzati. Un libro breve, ma densissimo e inevitabilmente pesante come un macigno.
Profile Image for Laurence Zimmermann.
340 reviews6 followers
December 2, 2021
Une vraie claque... ❤
Déjà par la mise en page faite de longues phrases qui se suivent formant des chapitres murés en bloc rarement aérés par un retrait de chapitre. Ca vous embarque et vous coupe la respiration.
Ensuite par le type narratif, une suite ininterrompue de longs monologues intérieurs, passant d’un personnage à l’autre, souvent sans préavis.
J’ai adoré me perdre entre les lignes, finir essoufflée par des phrases qui vous happent par leurs poésies ou leurs tristesses.
Ce sont Luc, Jean, Marthe, Geneviève, Guilbert et Céline. Tous témoins, tous acteurs.
La mort d’un fils qui bouleverse mille existences et des silences pesants qui ont rythmés 25 ans de vie à trois ou à cinq.
Ce sont les mots tus, ceux qu’on détourne pour ne pas les dire aux vivants, par pudeur, parce qu’ils sont cette évidence qui n’est pas, ces mêmes mots qu’on continue de taire parce qu’ils n’ont plus de sens face à la mort.
C’est le deuil, la culpabilité, la rancœur, la tristesse, les questions mais surtout l’amour.
J’ai pleuré en lisant certains passages, écrasée par la douleur de ses parents qui s’en veulent de n’avoir rien vu, de ne pas avoir su parler ou de l’avoir fait de la mauvaise manière. Ces mots de l’ordinaire dont est peuplé ce court roman. Ceux de cette province qu’a fui Luc pour se perdre dans une chimère parisienne.
C’est la mélancolie qui brise un être dont les rêves se sont dissipés et figés sur de vieilles affiches de cinéma.
Je ne sais même pas comme parler de ce livre pour lui rendre justice. Une chose est certaine, ce ne sera pas le dernier livre que je lirai de cet auteur 🥰
Ce court roman fera partie de mon top 5 de l’année... ❤ ❤ ❤
Profile Image for Valeria Nicoletti.
232 reviews14 followers
July 5, 2024
Questo libro è scritto facendo scorrere una serie di monologhi interiori dei personaggi coinvolti nell'evento principale: il suicidio di un figlio all'interno di una modesta famiglia della provincia francese. È uno stile che obbliga a guardarsi allo specchio, a fare i conti con i propri non detti e anzi con l'abitudine a non dire e a non voler comprendere il linguaggio dei silenzi, così frequente negli ambienti familiari. Un ulteriore merito è quello di aver dato voce a quegli individui che sono soliti agire in silenzio, quasi afoni e che, per questo, vengono immaginati anche privi di pensiero. Qui viene fuori, invece, quel linguaggio interiore, ricchissimo di sfumature, di verbi esattissimi, di terribile precisione.
120 reviews3 followers
March 9, 2021
Luc non accetta un posto di lavoro nella cittadina in cui è cresciuto, delude le aspettative dei genitori, onesti lavoratori ma di vedute oltremodo modeste, e decide di fuggire "lontano da loro", a Parigi, dove però fatica a trovare la sua strada. Ciò che succede poi è narrato, in una spirale di angoscia, dalle voci dei familiari, borghesi "piccoli piccoli", da cui emergono disagi, ipocrisie, rancori, in un ritratto spietato della provincia francese in cui due generazioni si scontrano tra proteste sindacali contro lavori "sicuri" ma usuranti, finto rispetto per i morti, ribellioni fallite.
Profile Image for Rayana H..
49 reviews7 followers
January 26, 2022
Une écriture magnifique, tout en émotion. Il fait officiellement parti de mes auteurs contemporains favoris à présent.
Displaying 1 - 9 of 9 reviews

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