Paolo Latini's Reviews > The Exquisite

Uno dei migliori libri sull’11 settembre, sebbene l’11 settembre non venga mai nominato esplicitamente, e forse proprio per questo, pur parlando dei traumi post-9/11 è un libro che riesce a mantenere una sua freschezza al di là degli eventi storici e a affrontare invece diverse dinamiche e reazioni a un crollo della realtà. È un thriller che in quarta di copertina si paragona, per qualche imperscrutabile motivo, a Chandler, anche se di Chandler non ha proprio nulla. Siamo più a un crocevia tra il primo Auster che profuma di DeLillo e un il Lethem degli esordi però in versione più decisamente più tetra. Qui ci sono due linee narrative intrecciate, in una il protagonista Henry, finisce in una strana accolita di personaggi guidata da un eccentrico e inquietante Mr. Kindt che mette in scena dei finti omicidi, commissionati da persone che cercano di inscenare e superare la propria morte per poter poi affrontare la realtà dopo gli “events downtown." Nell’altra linea narrativa parallela invece Henry e Mr. Kindt sono ricoverati nella stessa stanza di un ospedale. New York viene fin da subito definita come “una città di sottili simulacri, di superfici ingannevoli” e il riferimento a Baudrillard è più che chiaro (ma dietro c’è anche Blanchot, citato in esergo), tanto più che per tutto il libro Laird Hunt continua a mettere in scena simulacri surrogati di realtà, a partire dal dipinto di Rembrandt che raffigura una scena di un’anatomia, un po’ come gli omicidi che mettono in scena i protagonisti del libro sono simulacri surrogati di una morte reale.