Nephelibata's Reviews > Il terrore

Il terrore by Arthur Machen
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Ultimamente mi capita sempre di più di imbattermi in grand* scrittor* per caso, spulciando tra gli scaffali o notando insoliti libricini incastrati tra giganti ben più noti. L'incontro con Machen è andato proprio così: tra Lovecraft e Poe c'era questo volume tutto nero, dalla copertina dimessa, senza fronzoli, eppure efficacissima: Il terrore, di Arthur Machen. Il nome dell'autore non mi diceva nulla, ma leggendo la quarta di copertina ho scoperto che avrebbe dovuto, dal momento che Lovecraft ne parlava in questi termini: "Tra i creatori viventi di paura cosmica pochi, o forse nessuno, possono sperare di eguagliare Arthur Machen: in lui gli elementi dell'orrore nascosto e della paura latente raggiungono una corposità e una acutezza realistica quasi incomparabili."

E dunque, mi sono addentrata nel Terrore. Comincio subito col dire che il pregio maggiore di questo racconto è sicuramente la scrittura. Machen è un autore colto, elegante, generoso con i riferimenti intellettuali alla cultura letteraria e scientifica del suo tempo; è uno scrittore che esige attenzione, e il lettor* non può fare a meno di concedergliela, dal momento che, pur nella sua inquietudine, si tratta di una lettura piacevole. Spesso la controparte di una scrittura raffinata è una storia scarna, ma non è questo il caso de Il Terrore. Qui un'idea che lavora sotto alle parole c'è, ed è un'idea forte, figlia del tempo di Machen ma che si lascia facilmente adottare anche dai giorni nostri: la guerra e le sue conseguenze, non solo sull'essere umano, ma sulle specie tutte. La guerra come una malattia invisibile che corrompe ogni cosa.
E cosa succede quando l'odio diventa contagioso? Si diffonde il Terrore. Incomprensibile, illogico, persistente; l'altra faccia della moneta su cui risplende la Provvidenza. Machen lo mette al centro della scena, concedendo alla voce narrante e agli altri personaggi di indagare senza però mai capirne fino in fondo le dinamiche. Perfino alle ultime pagine, quando un abbozzo di spiegazione viene tracciato, il dubbio ultimo resta: perché esiste il Terrore?

Ho apprezzato la scelta di una narrazione così razionale e rigorosa, dall'impronta scientifica, di un fenomeno che invece di razionale e logico non ha nulla. A tratti forse eccessivamente fredda, troppo britannico mi verrebbe da dire, ma senza dubbio efficace. E ora capisco meglio le parole di Lovecraft: per tutta la durata della lettura mi sono ritrovata a convivere con un'insolita inquietudine, sottile ma presente, e qui sta tutta la bravura di Machen. Spaventare con le ombre. Una novità per i nostri occhi moderni, così impigriti dall'uso inveterato di effetti speciali.
E invece Machen sceglie di terrorizzare con l'invisibile, con quei mostri sotterranei che convivono con l'essere umano e ogni tanto si ribellano.

Fu colto per un istante da quello smarrimento che tutti condividiamo quando dobbiamo confrontarci con l'intollerabile paradosso di Achille e della tartaruga. Il senso comune ci dice che Achille supererà la tartaruga con la velocità del lampo; e, tuttavia, l'inflessibile verità della matematica ci assicura che, finché la terra intera non sarà in fiamme e i cieli non saranno caduti, la tartaruga conserverà il suo vantaggio; ragion per cui dovremmo, quanto meno per pudore, perdere il senno. Se non impazziamo è perché, per grazia particolare, possiamo coltivare la certezza che tutta la scienza sia menzogna, persino la scienza più elevata; e così ci limitiamo a sorridere di Achille e della tartaruga, come sorridiamo di Darwin, deridiamo Huxley e ridiamo di Herbert Spencer.





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Reading Progress

May 5, 2022 – Started Reading
May 5, 2022 – Shelved
May 5, 2022 –
page 71
48.97% "Qualunque spiegazione, anche la più insoddisfacente è comunque meglio di un intollerabile, terribile mistero."
May 9, 2022 –
page 95
65.52%
May 10, 2022 – Finished Reading

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