Abu al Hasan al Hashimi al Qurashi

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Abu al Hasan al Hashimi al Qurashi

Califfo dello Stato Islamico di Iraq e Siria
Durata mandato10 marzo 2022 –
14 ottobre 2022
PredecessoreAbu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi
SuccessoreAbu al-Hussein al-Husseini al-Qurashi

Dati generali
Suffisso onorificoCaliffo
ProfessioneTerrorista
Abu al Hasan al Hashimi al Qurashi
NascitaRawa, 31 gennaio 1980
MorteJasim[1], 14 ottobre 2022
EtniaArabo, Iracheno
ReligioneIslam sunnita
Dati militari
Paese servito Stato Islamico
Forza armataEsercito dello Stato Islamico
SpecialitàTerrorista
GradoCaliffo dello Stato Islamico
GuerreGuerra al terrorismo
Guerra civile siriana
CampagneIntervento militare contro lo Stato Islamico
Comandante diStato islamico di Iraq e Siria
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Abu al Hasan al Hashimi al Qurashi (in arabo أبو الحسن الهاشمي القرشي?, Abu al Hasan al Hashimi al Qurashi; Rawa, 31 gennaio 1980Jasim, 14 ottobre 2022[2]) è stato un terrorista e politico iracheno, 3º califfo dello stato islamico, dal il 10 marzo 2022[3] fino alla sua morte avvenuta il 14 ottobre 2022..

Abu al-Hasan afferma di essere un discendente del profeta Maometto, appartenente al clan Hashim della tribù dei Quraysh. Al Ain News ha riferito che il vero nome di al-Qurashi è Zaid al-Iraqi. È iracheno ed è stato l'emiro del Diwan of Education.[4] Secondo due anonimi funzionari della sicurezza irachena, il vero nome di al-Qurashi è Juma Awad al-Badri, ed è il fratello maggiore dell'ex leader dell'ISIS Abu Bakr al-Baghdadi. Una ricerca dello storico iracheno Hisham al-Hashimi pubblicata nel 2020 ha affermato che al-Qurashi era a capo del Consiglio della Shura di cinque membri.[5]

Nel novembre 2022 la sua posizione e quella di altri leader è stata individuata nella regione di Daraa, nel sud della Siria vicino al confine con la Giordania, da un gruppo di combattenti precedentemente appartenenti alla Free Syrian Army e successivamente riconciliati con il governo siriano.[6] Negli scontri che ne sono seguiti, il sedicente califfo si è fatto saltare in aria con una cintura esplosiva.[7] La sua morte è stata confermata con un comunicato del Comando Centrale degli Stati Uniti.[8]

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